Lettera del Governatore Ottobre 2024

 

Lettera del governatore di ottobre 2024

Carissime, carissimi,

Uno di quei motti che circolano un po’ dappertutto e hanno fortuna sui social dice: “quando hai più di quanto ti serva costruisci una tavola più lunga, non un recinto più alto”. Lo ho trovato sotto il nome di “sapienza buddhista”, ma non sono riuscito a scoprire chi lo abbia scritto (e la versione italiana non mi piaceva per cui lo ho ritradotto dall’inglese). Comunque, anche se è un po’ banale e Buddha non c’entra niente, nella sua semplicità mi sembra efficace e credo rispecchi bene lo spirito con il quale anche noi vediamo le cose.

Lettera del Governatore Ottobre 2024

 

Lettera del governatore di ottobre 2024

Carissime, carissimi,

Uno di quei motti che circolano un po’ dappertutto e hanno fortuna sui social dice: “quando hai più di quanto ti serva costruisci una tavola più lunga, non un recinto più alto”. Lo ho trovato sotto il nome di “sapienza buddhista”, ma non sono riuscito a scoprire chi lo abbia scritto (e la versione italiana non mi piaceva per cui lo ho ritradotto dall’inglese). Comunque, anche se è un po’ banale e Buddha non c’entra niente, nella sua semplicità mi sembra efficace e credo rispecchi bene lo spirito con il quale anche noi vediamo le cose.

 

Lettera del governatore di ottobre 2024

Carissime, carissimi,

Uno di quei motti che circolano un po’ dappertutto e hanno fortuna sui social dice: “quando hai più di quanto ti serva costruisci una tavola più lunga, non un recinto più alto”. Lo ho trovato sotto il nome di “sapienza buddhista”, ma non sono riuscito a scoprire chi lo abbia scritto (e la versione italiana non mi piaceva per cui lo ho ritradotto dall’inglese). Comunque, anche se è un po’ banale e Buddha non c’entra niente, nella sua semplicità mi sembra efficace e credo rispecchi bene lo spirito con il quale anche noi vediamo le cose.

Ottobre è il mese dello “sviluppo economico e comunitario”, una delle sette aree d’intervento del Rotary, quella che indirizza il nostro impegno a “sviluppare le economie locali”, ad esempio offrendo servizi finanziari, microcredito, formazione imprenditoriale, professionale e alla leadership, fornendo aiuto nello sviluppo di piccole imprese e cooperative, sostenendo l’agricoltura anche attraverso l’accesso ai mercati, erogando borse di studio e in generale realizzando iniziative per contribuire allo sviluppo della comunità.

Ma perché dovremmo fare queste cose e come? Risponderei con tre concetti-chiave.

Il primo è il concetto di crescita, personale e professionale. Si tratta dello scopo tipico del Rotaract: favorire in ogni modo la crescita di chi sta studiando, o si affaccia al mondo del lavoro, o deve migliorare o consolidare la propria posizione professionale. Ma non è, in realtà, lo scopo di tutti? La vita si svuota quando smettiamo di vedere in ogni esperienza una occasione di crescita e miglioramento. Di ciascuno di noi, e nello stesso tempo di chi ci circonda, ma anche delle persone lontane: le tre cose non solo si sommano, ma hanno un effetto moltiplicatore una sull’altra. E contribuiamo tanto più efficacemente alla crescita degli altri, quanto più questi hanno bisogno di noi. Favorire lo sviluppo economico non è che una espressione particolare, la più evidente, forse, di questo nostro intento.

Il secondo concetto è quello di condivisione delle competenze. La nostra società vive una crisi di competenza e professionalità: i saperi artigiani si perdono, il valore della preparazione e della formazione si svilisce, regna l’improvvisazione, non si sa più distinguere fra i dilettanti e professionisti.

Ma il Rotary ha sempre coltivato, nei suoi ranghi, l’eccellenza, ha sempre incoraggiato chi fa il suo lavoro, qualunque esso sia, bene, in coscienza e in modo etico, e grazie all’ampiezza, alla diversità e all’articolazione del suo organico (quello che chiamiamo l’effettivo) ha tutto quanto serve per dare una risposta a quella situazione di crisi sociale: i rotariani, con le loro capacità, sono nella posizione migliore per poter favorire il pieno dispiegamento e l’affermazione delle potenzialità degli altri, vicini e lontani.

Il terzo concetto è quello di restituzione. Non siamo esseri solitari, ma viviamo una vita di relazioni, in cui diamo e riceviamo continuamente qualcosa. Questo rapporto di dare e avere è, nel nostro lavoro, regolato prima di tutto dalle leggi dell’economia, e quindi si fonda sul principio di massimizzare l’utile. Ma sentiamo, come esseri umani, che non ci basta, e vorremmo fare qualcosa per gli altri che vada oltre la logica dell’utile. A volte siamo anche coscienti di avere avuto dalla vita delle soddisfazioni, ad esempio sul piano umano e professionale, delle quali sarebbe bello che potessero godere anche altri: ed è questo che intendo per restituzione. Il Rotary ci dà la possibilità di rispondere a questo nostro bisogno, proponendoci una varietà praticamente infinita di progetti di servizio tra i quali scegliere quelli adatti alle nostre capacità e alle nostre predilezioni, sia per contribuire ad essi, sia per crearne di nuovi.

Insomma, vogliamo crescere e aiutare a crescere gli altri, grazie alle nostre professionalità, alle nostre capacità, alle nostre esperienze, condividendo e restituendo. Per riprendere il motto “buddhista” con il quale ho esordito: non è soltanto questione di possedere più o meno beni, ma ciascuno di noi ha un tesoro di esperienze e competenze. Non possiamo usarle tutte, nella nostra attività lavorativa e nella vita: il saggio che ha scritto la frase con cui ho esordito ci invita a non costruire una cassaforte per custodire quelle che abbiamo in sovrannumero – come ha fatto il personaggio dei Vangeli al quale il padrone ha affidato un talento, e che per paura di perderlo lo ha sotterrato e lo ha reso improduttivo – ma di allungare la nostra tavola (magari con l’aiuto di un falegname che abbia le competenze artigianali che abbiamo contribuito a fargli preservare…) per condividerli e consumarli, con chi ne ha meno e ne ha bisogno. Tra l’altro i nostri talenti sono un tipo di merce che più si consuma e più si riproduce, più si passa ad altri e più si riceve moltiplicata, più fa bene a chi ci circonda e più fa bene a noi, in una progressiva disseminazione che è sempre feconda.

Il distretto 2032 fa molto, da sempre, per lo sviluppo economico e comunitario: pensiamo alle iniziative delle commissioni Rapporti Scuola-Università, Giovani e Lavoro, Leadership ed Eccellenza – nuova nata di quest’anno alla quale facciamo tutti i nostri auguri di buon lavoro – al progetto Virgilio, al progetto Microcosmi, alla recente proposta relativa alla cultura di cui parlavo nella lettera scorsa e ai tanti progetti che i Club, nel quadro di global e district grant o autonomamente, portano ogni anno a compimento per favorire il miglioramento economico dove c’è bisogno d’interventi. La nostra permanenza nel Rotary implica già, di per sé, il fatto di dare un contributo a tutto questo; un nostro impegno attivo può moltiplicare in modo esponenziale la portata di quanto realizziamo. Basta acquistare coscienza delle formidabili potenzialità che abbiamo.

Buon mese di ottobre e a presto!

Natale

Lettera del Governatore Dicembre 2023

Cara rotariana, caro rotariano… anzi no:
Caro Babbo Natale, mi chiamo Remo e, come tanti, ho una richiesta da fare.
Scrivo una lettera, ogni mese, pensando ai soci sparsi sul territorio del nostro Distretto e contando che trovino qualche minuto per leggere queste righe. Posso darti del tu? Come tra rotariani?